Ci sono donne che nascono per essere sposate, per avere una famiglia ed esserne il caposaldo, per lavare, stirare e fare dei figli. Io credo di non essere quel genere di donna. A parte il fatto che avendo imboccato il cammino dell’ingegneria è naturale essere fuori dagli schemi. Ho sempre sostenuto che essere “ingegnere” sia uno stile di vita, una filosofia di vita e non solo una professione, un titolo o una facoltà.
Oggi ho fatto il cambio di stagione nell’armadio, archiviando maglioni pensanti, cuffie, sciarpe ecc, e mi è capitato in mano un sacchettino, che mia madre ha detto essere la bomboniera della cresima di una mia amica, ricamato all’uncinetto da lei. Ora, io non ricordo bene a che età si faccia la cresima, ma credo attorno ai 13…ecco, lei a 13 anni sapeva ricamare. Io, oggi (a 20 anni), so a malapena che forma abbia un uncinetto. Secondo me lei è la classica ragazza che si dedicherà completamente alla famiglia e ai bimbi. L’altra mia amica che lava, stira, fa mestieri su mestieri (per aiutare in casa)…io, beh si, sono un genio della lavatrice, so farle fare tutto, ma il ferro da stiro è il mio incubo! Praticamente non so nemmeno accenderlo! Gli altri lavori diciamo che so farli tutti, ma che non mi sbatto più di tanto a volerli fare.
Ognuno di noi nasce con una vocazione. Le Donne di una volta avevano nel sangue, innato, questo senso di Famiglia, di doversi fare una famiglia a tutti i costi ed il prima possibile. Conosco tantissime di ragazze che non sanno guidare, cos’è un computer, cambiare una lampadina, che non distinguono un bullone da una brugola, un diesel da un benzina, eppure sanno fare benissimo tutti quelli considerati “lavori da donna”. Un po’ le invidio, ma non più di tanto. Sono convinta che l’essere umano sia nato libero ed essenzialmente debba rimanerlo. Ciò non vuol dire essere asociali, ma mantenere la propria autonomia. Io, da donna, mi sentirei un parassita ad essere mantenuta dal mio compagno e dover dipendere da lui per ogni cosa. Meglio sapere fare ben o male tutto, senza necessariamente eccellere da qualche parte, ma almeno non sei obbligata a dire grazie a testa bassa. Sono favorevole ad una collaborazione paritaria. Abbiamo voluto la parità, giusto? Quindi bisogna ripartire equamente i compiti maschili e femminili.
Quando viene fuori questo discorso in compagnia ci sono sempre opinioni molto contrastanti. C’è chi ormai sa come sono fatta, sa che sono l’antimatrimonio e sono per la libera convivenza pacifica e quindi non si scandalizza. Altri rimangono davvero perplessi e sostengono che la convivenza sia sbagliata e che se ci si ama ci si debba sposare per forza e che l’uomo debba essere il pilastro (economico) della famiglia. Io parto dal presupposto che se ci si ama, non cambia essere sposati, convivere o vivere distanti, è un sentimento che si porta dentro e non è un pezzo di carta che lo stabilisce. Diceva qualcuno: “Il matrimonio è una gabbia, chi è fuori smania di volerci entrare e chi è dentro smania di uscirne”. Quasi tutte le ragazze che conosco la vedono diversamente da me, boh! Sarò troppo moderna, troppo immedesimata in questa moda del nuovo millennio, che vede donne manager da tutte le parti. Non so cosa sia, so che l’unica che ho trovato finora che la vede come me è la Mary, quindi mi consolo (non a caso anche lei abbraccia la mia stessa filosofia di vita).
Chissà se un giorno diventerò anch’io una “Desperate housewife” o se resterò la biondissima Carrie Bradshaw di “Sex and the City”…
Tutto molto bello..ma DEVI imparare a stirare e lavare, di cucire invece puoi farne a meno..